In India viveva un tempo un grande Re e nel centro del suo palazzo sorgeva un meraviglioso giardino. Qui viveva un pavone che amava vantarsi, mostrando il suo bel piumaggio e la sua coda raggiante. Era sempre pronto a dispensare consigli, a dare indicazioni agli altri animali, ma mai accoglieva una critica e si credeva il re del giardino.

Un giorno giunse un’oca selvatica, capitata lì per caso dopo un lungo viaggio. Si fermò a bere sulle rive dello stagno e piano piano le si avvicinarono curiosi gli animali del giardino. Cominciò a parlare con loro, raccontando delle sue grandi avventure per il mondo. Tutti erano felici di ascoltare queste storie, che narravano di fantastici luoghi oltre le mura di quel giardino, finché giunse il pavone.

“Benvenuta signora oca. Io sono il pavone e, come puoi ben vedere, qui sono l’animale più grande e più bello. Il mio piumaggio è invidiato da tutti e puoi comprenderne il motivo.” disse aprendo per un istante la coda. Nel frattempo tutti gli animali fuggirono e si andarono a nascondere. Alcuni si rifugiarono tra i rami degli alberi, altri dietro le rocce sull’argine dello stagno o sotto i petali dei fiori.

“Perché tutti gli animali sono fuggiti al tuo arrivo?” chiese l’oca.

“Chi? Quegli insulsi esseri? Beh… sanno che qui il re sono io e giustamente si sono fatti da parte affinché possa essere io a farti i convenevoli di benvenuto!” rispose il pavone accennando un inchino, ma lanciando un’occhiata di sfida all’oca.

“Io credo che in realtà abbiano timore di te e stiano evitando di starti vicino, sai? Ne ho visti tanti di animali vanitosi, spavaldi e arroganti nei miei lunghi viaggi e spesso costoro sono sempre soli” osservò l’oca.

Il pavone, che non sopportava di essere rimproverato e criticato, con fare aggressivo rispose “Cara oca, se non ti piaccio sei invitata ad andartene. Non sei la benvenuta nel mio giardino”. Mentre parlava il suo petto cominciò a gonfiarsi e cercava di mostrarsi più grande di quanto fosse.

“Mi dispiace per te. Non credo sia un bel vivere quello di chi crede d’esser re ma vive suddito della vanità e dell’arroganza, senza la vicinanza e il calore di un amico” disse l’oca.

Il pavone si gonfiò ancora di più, aprì la coda al massimo e cominciò a muoversi minaccioso. Era così gonfio e pieno di sé che per lo sforzo gli caddero tutte le piume. Vergognandosi dell’accaduto fuggì via tra le risa di tutti gli animali.

Si racconta che quel pavone si sia nascosto in una piccola grotta e che le sue piume non siano più ricresciute. Rimase per sempre solo e nudo, perdendo quella bellezza che la natura gli aveva donato.

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