Una giornata speciale a chiusura dell’anno scolastico

Una giornata speciale a chiusura dell’anno scolastico

La giornata conclusiva di questo anno scolastico del Progetto Sperimentale di Scuola all’Aperto NAUTILUS è stata alquanto speciale.

Abbiamo partecipato ad una bella mattinata in occasione della Giornata Mondiale degli Oceani 2021, organizzata dall’Ente Regionale RomaNatura, da Sotto al mare e da Cheiron presso la Casa del Mare di Ostia.

Un anno così particolare e complesso che si è concluso nella cornice meravigliosa di un vero e proprio presidio educativo, culturale e scientifico del nostro territorio.
Un luogo in cui si porta avanti un importante lavoro di promozione dell’ambiente e dell’Area Marina Protetta Secche di Tor Paterno attraverso attività di informazione, formazione, divulgazione, educazione e monitoraggio con impegno, passione e dedizione.

Durante la giornata, che ha previsto incontri di sensibilizzazione sulle tematiche ambientali e attività artistiche, abbiamo potuto consegnare ai bambini e alle bambine del Progetto Nautilus le pagelle immaginative.

A fine viaggio riteniamo di grande importanza restituire ai bambini un’immagine che parli di loro, che vada a nutrire i loro sentimenti e che sia una rappresentazione simbolica del processo di crescita e di apprendimento vissuto nel corso dell’anno scolastico.

Sono immagini che parlano di mare e di terra: fauna pelagica, fauna e flora terrestri. Immagini che hanno anche un secondo fine, quello di sensibilizzare alla conoscenza e alla tutela del patrimonio naturale e ambientale.

Solo al più grande, che si appresta ad affrontare il passaggio della scuola secondaria di primo grado, abbiamo scritto una lettera più intima, donando un ciondolo da poter portare con sé nei suoi futuri viaggi per terra e per mare.

Un modo artistico per ricordarci che la vita è “una danza di parti interagenti”, come direbbe Gregory Bateson.

Misteri archeologici nella pineta di Procoio

Misteri archeologici nella pineta di Procoio

Questa mattina, per festeggiare il compleanno di Roma, ci siamo immersi in una grandiosa esplorazione tra natura e storia.

Il territorio di Ostia è ricco di sorprese e meraviglie storiche e naturalistiche. Tra queste la Pineta di Procoio che segna il confine a nord del quartiere.

Proprio qui ci siamo dati appuntamento con i bambini del Progetto Sperimentale di Scuola all’Aperto NAUTILUS. Un appuntamento in una delle molteplici aule all’aperto di cui possiamo disporre semplicemente allargando gli orizzonti dell’educare.

La Pineta di Procoio, oltre a rappresentare parte del polmone verde del litorale romano, nasconde un prezioso mistero archeologico.

Come veri esploratori ci siamo addentrati tra pini e lecci, fino a giungere in aperta campagna.

Camminando con sguardo curioso e in attento ascolto della natura e dell’ambiente intorno a noi, ci siamo imbattuti in alcuni reperti archeologici.

Siamo partiti dall’osservazione, passando alla rappresentazione grafica con il disegno dal vero per fare delle ipotesi storiche.

M.D., 6 anni, vedendo la struttura ancora in piedi, un muro di 200 m, immagina si trattasse di una grande casa appartenuta ad una famiglia benestante.

T.N., 7 anni, nota con stupore che le mura sono costruite in modo particolare e non seguono lo stesso “disegno”, osservando anche dei fori nei muri.

N.F., 6 anni, ipotizza che ci fosse una piscina e S.P., 10 anni, avvalorando l’idea, pensa che i buchi siano il segno del passaggio di alcune tubature per l’acqua.

Solo in seguito all’ascolto di tutte le loro teorie, abbiamo spiegato l’origine di quelle rovine così affascinanti e misteriose.

Si tratta di una villa romana e un complesso termale extraurbano, rispetto all’antica città di Ostia.

Un luogo di grande valore storico e culturale che duemila anni fa si affacciava sul mare.

Con stupore, rivolgendo lo sguardo a sud, là dove ora si espande la pineta e poi segue il centro abitato del nostro quartiere, abbiamo immaginato triremi e navi mercantili perdersi all’orizzonte.

Per avere maggiori informazioni sulle fonti storiche di questi reperti archeologici, si rimanda all’intervista fatta da Aldo Marinelli de La mia Ostia all’archeologa Laura Nicotra.

Un mare di nebbia. Disorientamento e stupore

Un mare di nebbia. Disorientamento e stupore

Le condizioni atmosferiche di questi giorni ci hanno donato delle mattinate avvolte nella nebbia.

Con i bambini del Progetto Sperimentale di Scuola all’Aperto Nautilus ci siamo recati al Porto Turistico di Roma per vedere con i nostri come si trasforma il mare con questa magica situazione.

Con lo sguardo rivolto ad un indefinito orizzonte, non riuscivamo a vedere nulla se non la spessa coltre grigia della nebbia.

Tra disorientamento e stupore, ci siamo immersi in questa silente e misteriosa atmosfera, dove tutto intorno sembrava essere dipinto in bianco/nero con grigie sfumature. A levante il sole appariva come un disco bianco diafano, tale da ricordare la luna. Lentamente, la nebbia è andata diradandosi divenendo una leggera foschia e sono riapparsi colori e forme del mondo.

Dopo l’osservazione diretta sulle rive del mare, abbiamo strutturato delle attività di scienze sullo sul ciclo dell’acqua e sui passaggi di stadio della materia.

Non sono mancate storie piratesche e misteriose che hanno arricchito di immagini interiori l’esperienza fatta con i nostri sensi.

Carnevale. Riflessioni sulle tradizioni popolari

Carnevale. Riflessioni sulle tradizioni popolari

In occasione della festività del Carnevale, con i bambini del Progetto Sperimentale di Scuola all’aperto Nautilus abbiamo dedicato un’interessante mattinata alla scoperta delle origini di questa ricorrenza, seminando la curiosità verso lo sguardo antropologico e lo studio delle tradizioni popolari.

Riflettere sull’etimologia è il primo passaggio che accompagna spesso le nostre riflessioni. Così siamo partiti proprio dall’espressione latina carnem levare (eliminare la carne) che designava i festeggiamenti, culminanti nel Martedì Grasso, del periodo antecedente la Quaresima.

Abbiamo cercato di far conoscere ai bambini il senso più antico di tutte quelle pratiche sociali di sovvertimento delle norme comportamentali condivise.

Si è parlato della ricorrenza delle saturnali nell’Antica Roma, un tempo sospeso in cui il caos dominava sull’ordine. Inoltre, abbiamo raccontato della leggenda di re Marduk di Babilonia, le cui gesta contro il drago Tiamat venivano ricordate nel periodo dell’equinozio primaverile. La sua vittoria celebrava la fondazione del cosmo, ritualizzando la cosmogonia.

Celebrazioni variegate e distribuite nel tempo e nello spazio che rievocavano la lotta tra il caos e l’ordine, in un periodo festivo dal forte valore simbolico.

Un tempo da cui riemergere rinnovati per un nuovo ciclo naturale, sociale ed interiore, di trasformazione e rinascita.

Un vero percorso di purificazione che terminava tradizionalmente con la morte di Re Carnevale, spesso attraverso il fuoco che bruciava il fantoccio simbolo del mondo vecchio.

Un tuffo nella storia delle tradizioni popolari a cui ha fatto seguito la creazione della propria maschera carnevalesca che ogni bambino ha scelto e realizzato, usando materiali da riciclo.

Una giornata all’aria aperta, tra divertimento e riflessione, con lo sguardo alle proprie luci ed ombre per contribuire all’opera di educazione dell’Essere

Paesaggio sonoro. Ascoltare il mondo

Paesaggio sonoro. Ascoltare il mondo

Uno dei temi trattati nei giorni scorsi con i bambini del Progetto Sperimentale di Scuola all’Aperto Nautilus è stato il  paesaggio sonoro.

L’obiettivo era comprendere quanto sia importante affinare l’udito per un ascolto consapevole, volto ad un’educazione al suono.

Perché sono utili le nostre orecchie? Cosa significano le parole “sentire” ed “ascoltare”?

Con queste domande è iniziata la lezione in una delle “nostre” aule all’aperto, il Parco Pallotta. Ci siamo concentrati sulle parole sentire ed ascoltare. In estrema sintesi, secondo i bambini con le orecchie sentiamo solo. È come se il suono rimanesse fuori. Invece, ascoltiamo quando sentiamo veramente il suono e lo lasciamo entrare dentro di noi, lo abitiamo per un periodo e ci lascia un pezzetto di sé.

Da qui siamo partiti introducendo il tema del paesaggio sonoro, notando come questo sia in costante cambiamento e sia portatore di significati.

Ci siamo cimentati in un esercizio di silenzio e ascolto dei suoni intorno a noi, differenziandoli in seguito tra: naturali (con le sottocategorie ambientali, animali e umane) ed artificiali.

Una prima e timida esperienza, in una tiepida mattinata invernale di febbraio, per scoprire il paesaggio sonoro del parco.

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