Per Cheiron è iniziato un nuovo viaggio.

Come educatori, pedagogisti ed insegnanti, abbiamo vissuto mesi difficili, tra tanti cambiamenti e assestamenti, che hanno riguardato e riguardano tutta la società contemporanea. Con costanza ed impegno, insieme a 19 famiglie con le quali da anni abbiamo costruito una relazione educativa efficace, siamo riusciti a raggiungere quello che possiamo definire un primo traguardo: l’avvio del Progetto Sperimentale di Scuola all’Aperto Nautilus.

Lunedì 14 settembre 2020 abbiamo inaugurato l’inizio del nuovo anno scolastico con un primo giorno nuovo per tutti.

Abbiamo dedicato tempo ad osservare e ad ascoltare ciò che i bambini hanno portato con loro dopo i lunghi mesi trascorsi dalla chiusura improvvisa della scuola nel marzo scorso, a causa della pandemia da SARS COV-2 che ha messo in ginocchio intere nazioni.

La prima settimana di scuola l’abbiamo trascorsa immersi nella natura, in un luogo importantissimo del nostro territorio: il Parco Urbano Pineta di Castel Fusano. Tra pini, lecci, corbezzoli, accompagnati dal cinguettio degli uccelli, abbiamo condotto i bambini imbarcati sul Nautilus in viaggio alla scoperta di un villaggio immaginario. Un luogo tra mare e bosco, in cui la natura parla ai suoi abitanti.

Sull’ingresso principale del villaggio, solenne appare una scritta che incuriosisce i visitatori: IO SO DI NON SAPERE.

Il detto socratico ci invita a riflettere sull’importanza di vivere la vita con la costante e indefessa attitudine dello scolaro, per non smettere mai di meravigliarsi e di guardare il mondo con occhi curiosi, pronti a mettersi sempre in discussione per crescere e migliorarsi continuamente.

I bambini si sono subito immedesimati negli abitanti di quel luogo immaginario e così abbiamo deciso di costruirlo. Da dove partire per costruire un villaggio?

Come tutto ciò che prende forma è necessario avere un’idea, cogliere un’immagine ispiratrice da rendere tangibile sulla terra.

Il nostro riferimento è stato il sole, motore della vita sulla terra, e così abbiamo deciso di erigere il nostro villaggio su una pianta circolare. Scelto un luogo, trovato il suo cuore pulsante, il centro dove abbiamo posto una pietra, tracciato il solco usando una corda come raggio, definiti e rinforzati i confini, infine, grazie alle indicazioni di una bussola, abbiamo aperto dei varchi rivolti ai quattro punti cardinali. Ecco costruite le quattro porte del villaggio: Porta Est, Porta Sud, Porta Ovest e Porta Nord.

Ci siamo subito resi conto che non bastavano solo mura e varchi. Andavano tracciate le strade principali che perpendicolarmente si incrociano nel cuore del villaggio. Prima di iniziare i lavori ci siamo fermati un attimo a riflettere su una questione.

CHE COS’È UNA STRADA?

I bambini hanno provato a dare le loro risposte e siamo giunti ad alcune considerazioni molto interessanti.

  • Una strada è una via, è un sentiero che collega due o più punti tra loro
  • Una strada collega persone, amici, scuole e città
  • Una strada può unire popoli, culture e civiltà

Abbiamo vissuto un’esperienza ricca di riflessioni e di iniziali approfondimenti didattici che dimostrano quanto all’aperto sia possibile apprendere in modo attivo, partecipe e collaborativo:

  • geometria: cerchio, circonferenza, centro, diametro e raggio
  • scienze e geografia: biodiversità, orientamento e punti cardinali
  • storia: villaggi primitivi, luoghi di fondazione, accenni sulla storia romana e sui borghi medievali

Questo è stato il cuore pulsante della nostra prima settimana di scuola: sentirci comunità in un momento storico molto complesso ed incerto.

Poter riscoprire gli spazi all’aperto per implementare l’offerta formativa rivolta agli studenti è una sfida importante che, oggi più che mai, la scuola dovrebbe trovare il coraggio di affrontare.

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